Per me, il Don Carlos, o Don Carlo, come lo si vuol chiamare, rappresenta, sia per la sua bellezza di armonica sonorità, che per la sua forza d'insieme nella versione dei cinque atti, il capolavoro verdiano in tutti i sensi
Questa è l' opera lirica del maestro parmense che può facilmente compararsi con le lunghe opere wagneriane, contrapponendo ad esse la liricità italiana in una teatralità perfetta
Che fosse un' opera difficile da comprendere per i suoi tempi, data la sua sonorità profonda, è risaputo, al punto che, venne rappresentata al teatro Regio di Parma, molto più tardi di tutte le altre gemme verdiane
Per un direttore d' orchhestra, rappresenta l' eccellenza, con i mediovali e suggestivi accordi della scena II del IV atto (Son io, mio Carlo), ispirazione meravigliosa musicale del "Cigno di Busseto"
In questo lungo e meraviglioso melodramma, dotato di arie cantabili di superba bellezza, ravvisiamo anche in embrione, l'ispirazione Mahleriana del famoso Adagietto della V sinfonia
Naturalmente, il Don Carlo, con le sue note magistrali e profonde raggiunge l' Olimpo delle opere liriche, immortalando Giuseppe Verdi nell' apoteosi dell' eternità musicale di tutti i tempi
Per comprendere la bellezza orchestrale di quest' opera capolavoro, basterebbe risentire il lungo e maestoso insieme dei corni nel pezzo "Don Carlo, sommo imperatore" per comprendere la sinfonicità magistrale di Giuseppe Verdi, capace di sposarsi con la grandiosità delle arie operistiche del genio parmense
Dalla collezione musica e spartiti di Carlo Lamberti